
Da una corretta alimentazione deriva lo stato di salute del nostro secondo cervello: l’intestino. Oggi è ampiamente provato che le difese immunitarie, l’obesità, le malattie neurodegenerative, le malattie autoimmunitarie e la depressione hanno una correlazione con la popolazione di microrganismi che vive in simbiosi nel nostro intestino: il microbiota intestinale. Un’ alimentazione mirata è in grado di selezionare la microflora intestinale ripristinando l’equilibrio, aiutando così nei processi digestivi e di assorbimento, diminuendo l’infiammazione, restituendo la piena energia.
L’infiammazione del tratto esofago-stomaco-duodeno può essere peggiorata da alimenti che diminuiscono le difese dall’acidità gastrica o che addirittura aumentano la secrezione di quest’ultima e provocano infiammazione. Una corretta alimentazione rende la digestione più rapida, aumenta le difese delle mucose e riduce lo stato infiammatorio.
Le terapie farmacologiche inibenti la secrezione acida dello stomaco, se protratte per lungo tempo, possono indurre carenze che vanno dunque tamponate con un’alimentazione ad hoc.
Anche le patologie infiammatorie dell’intestino trovano giovamento in un’alimentazione che faciliti i processi digestivi e di assorbimento, già compromessi dallo stato della mucosa intestinale. Un corretto apporto di nutrienti essenziali aiuta a modulare le risposte infiammatorie. Anche l’equilibrio del microbiota intestinale può essere ripristinato attraverso un’ alimentazione mirata a diminuire i processi fermentativi che causano un eccesso di gas non riassorbibili.
Uno squilibrio del microbiota intestinale, peraltro, porta anche a ricorrenti episodi di infezioni delle vie urinarie e degli organi genitali.

Intolleranza al lattosio, al glutine e allergie alimentari varie
Quando si esclude una classe di alimenti per accertata intolleranza o allergia, è necessaria una particolare attenzione a sopperire ai macro e micronutrienti che questa classe di alimenti apportava con sé. Le intolleranze e le allergie alimentari, già di per sé, portano ad uno stato infiammatorio delle mucose intestinali, che riduce l’assorbimento dei nutrienti. Numerose ricerche scientifiche hanno messo in evidenza che i soggetti intolleranti, anche dopo mesi dall’esclusione, continuano a essere carenti soprattutto di minerali come il calcio, il ferro ma anche alcune vitamine come la B12 o la D. Indicazioni alimentari appropriate possono migliorare lo stato infiammatorio e andare a sopperire alle carenze nutrizionali, diminuendo l’insorgere di osteoporosi, di forme di anemia, di stanchezza e di sbalzi di umore.
